« … Andammo avanti finché il bosco si diradò. La luna si era alzata in cielo e consentiva di vedere qualcosa. Eravamo in cima a una montagna e si vedeva che procedendo oltre, iniziava una discesa e il bosco diventava di nuovo più fitto. Era ormai quasi mezzanotte.
— Signori, il nostro compito è finito; adesso dovete continuare da soli. Se guardate giù a destra, potete vedere delle luci. È il paese di Brissago, che è il primo luogo abitato della Svizzera… »
Un viaggio a ritroso nel tempo, due generazioni sono passate, e l’autore trova la forza di ritornare alla sua infanzia per raccontare ai bambini di oggi, con le emozioni e le parole di allora, la storia della sua famiglia negli anni bui che vedono le leggi razziali applicate anche in Italia. Il racconto della fuga in Svizzera, basato su documenti originali e su frammenti di memoria, parla di brevi soste e spostamenti improvvisi, di campagne e città sconosciute. Gioele, trascinato da eventi più grandi di lui, non capisce il perché delle fughe, dell’allontanamento dai genitori e dalla sorellina, di una vita che lo vede via via « ospite » di famiglie svizzere diverse, con abitudini e lingue a lui ignote.
Un testo intenso e emozionante che riesce a essere lieve nella voce narrante, riuscendo spesso a farci sorridere, pur nel pesantissimo contesto nel quale è inserito; brevi stacchi all’interno della narrazione ricordano al lettore le vicende storiche e familiari che il bambino non conosce (le leggi razziali, la guerra, l’armistizio, i parenti soppressi nei campi di sterminio) e dalle quali i genitori tenacemente lo difendono.
* 1º Premio « Il Castello Volante » 2008
* 1º « Premio Giuria Studentesca Concorso Nazionale di Letteratura per Ragazzi Mariele Ventre Sezione Narrativa 9 -11 anni » 2008
* Premio « Città di Penne » 2007